lunedì 27 ottobre 2008

Saint-Louis: l'università, la mia nuova casa...




Dopo la pausa domenicale, con tanto di vittoria del Napoli (e annesso primato in classifica...alè alè), rieccomi a voi per continuare il mio racconto.

Ad accogliermi all'ingresso dell'Università Gaston Berger ho trovato il professor I.P. Laleye! Ci siamo sentiti tre o quattro volte via mail prima del mio arrivo ed è lui il mio riferimento qui all'università. Antropologo e Filosofo, è considerato un luminare in Africa e nel mondo.
Per prima cosa mi ha accompagnato al mio appartamento, ma neanche il tempo di farmi posare i bagagli, mi ha caricato in auto e abbiamo fatto un giro rapido dell'enorme campus universitario, completamente deserto (i corsi riprendono a fine mese)!







poi mi ha fatto vedere dei posti dove poter mangiare, la cappella universitaria, qualche negozietto sparso lì intorno (dove ho subito comprato 15 litri d'acqua), dopodiché...mi ha portato a casa sua: la moglie mi ha ospitato a pranzo! Riso e pesce, accompagnati da un bel bicchiere di vino rosso...ed un atmosfera molto familiare. Ho conosciuto Christian (che solo dopo qualche giorno ho scoperto essere il nipote) e François Xavier, uno dei loro figli, da quello che ho capito l'unico che si trova in Senegal (a lui dedicherò un post a parte). Dopo pranzo mi ha portato a fare un giro panoramico di Saint-Louis: la prima capitale del Senegal Francese, molto caratteristica e particolare per la sua ubicazione alla foce del fiume Senegal (il pratica la città è formata da più isolotti,collegati con ponti, il più famoso dei quali è quello "Faidherbe" in stile Eiffel).



Quando mi ha riaccompagnato a casa, ho potuto guardarmi un pochino intorno,



e scoprire che, oltre agli scarrafoni, non c'era proprio una mazza...munito di buona volontà sono uscito dal campus per andare a cercare qualcosa da comprare, ma le botteghe erano inesorabilmente chiuse. Sono tornato al mio appartamento, mi sono seduto, e guardando nel vuoto mi sono sconfortato...quando ho ripreso un attimo i sensi, ho pensato che l'unica cosa che mi rimaneva da fare era provare a dormire, ma un pochino il caldo, un pochino gli scarafaggi che provavano a salire sul letto, e ancora di più lo sconforto, non riuscivo a chiudere occhio. Ho inviato un messaggio a casa, sul depresso andante, e per fortuna mi hanno chiamato...sentirli vicini mi ha aiutato tantissimo, poi un altro messaggio di Giulia che mi faceva forza...ma ancora è stato difficile addormentarmi...mi facevano compagnia solo i suoni della notte africana... (continua)
 
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